E' nato il nostro Salvatore: rallegriamoci!

Fonte: FSSPX Attualità

Primo sermone di San Leone Magno sulla Natività (2° Notturno del Mattutino di Natale)

Carissimi, il nostro Salvatore è nato oggi: gioite! Non può esserci tristezza nel giorno in cui nasce la vita che, dissipando la paura della morte, diffonde gioia nelle nostre anime con la promessa dell'Eternità. Non c'è nessuno che non abbia parte in questa gioia. Tutti hanno la stessa ragione per rallegrarsi, perché nostro Signore, distruttore del peccato e della morte, trovandoci tutti soggetti al peccato, è venuto a liberarci. Che esulti, colui che è santo, perché la palma gli si avvicina. Che il peccatore si rallegri: ecco che è invitato al perdono. Che il Gentile prenda coraggio: perché è invitato alla vita. In effetti, il Figlio di Dio, nella pienezza del tempo fissato dalle profondità impenetrabili del piano divino, prese la natura umana, per riconciliarla con il suo Autore, in modo che l'inventore della morte, il diavolo, fosse superato lì da dove aveva trionfato.

In questa lotta condotta per noi, si è combattuto con grande e ammirevole lealtà, poiché l'Onnipotente Signore ha lottato contro questo nemico crudele, non nella sua maestà, ma nell'infermità della nostra carne, e gli ha opposto la stessa forma, la stessa natura, quella della nostra mortalità, ma libera da ogni peccato. Perché ciò che si legge di tutti gli uomini: "Nessuno è puro da macchie, nemmeno il bambino la cui vita è solo un giorno sulla terra" (Gv 14, 4), non può essere applicato a questa natività. Nulla della lussuria della carne è stato riscontrato in questa meravigliosa nascita; nulla vi è provenuto dalla legge del peccato. Una vergine viene eletta dalla stirpe di David; una vergine regale che, dovendo portare nel suo seno la prole sacra, ha concepito spiritualmente l'Uomo-Dio per la fede, prima di concepirlo corporalmente. Affinché Maria, nella sua ignoranza del piano celeste, non fosse turbata da una notizia così sorprendente, apprese dal suo incontro con l'Angelo ciò che lo Spirito Santo doveva operare in lei; e colei che sarebbe diventata la Madre di un Dio, non avrebbe temuto nulla per il suo pudore. [...]

Ecco perché, carissimi, ringraziamo Dio Padre, tramite suo Figlio, nello Spirito Santo: che "avendo amato noi nella sua infinita carità, ha avuto misericordia di noi, e poiché eravamo morti per i peccati, ci ha dato tutta la vita in Gesù Cristo ”(Ef 2: 4; Col 3: 9), affinché potessimo essere una nuova creatura e una nuova opera in lui. "Quindi spogliamo il vecchio con le sue opere" (Col 3, 9); e, ammessi a partecipare alla nascita di Cristo, rinunciamo alle opere della carne. Riconosci, o cristiano, la tua dignità e, "essendo diventato partecipe della natura divina" (2 Sal 1, 4), fai attenzione a non ricadere, per condotta indegna di questa grandezza, nella tua precedente bassezza. Ricorda di quale capo e corpo sei membro. Non dimenticare mai, "strappato dal potere delle tenebre" (Col 1, 13), sei stato trasportato nella luce e nel regno di Dio.