Germania: mons. Bätzing protesta contro il nunzio apostolico

Fonte: FSSPX Attualità

Mons. Georg Bätzing

Mentre i vescovi tedeschi hanno concluso la loro riunione plenaria giovedì con una conferenza stampa finale tra tensioni sulle benedizioni per persone dello stesso sesso e una serie di domande sottese, l'obiettivo era chiaro: tutti gli occhi erano puntati sui rapporti tesi con Roma e sul prossimo sinodo sulla sinodalità.

Mons. Georg Bätzing, vescovo di Limburgo e presidente della Conferenza episcopale tedesca, ha protestato pubblicamente contro il nunzio apostolico in Germania, mons. Nikola Eterovic, che ha ricordato ai vescovi tedeschi l'antropologia cattolica: il nunzio aveva ricordato che è "necessario rifiutare la colonizzazione ideologica, compresa l’ideologia di genere".

Intervistato da CNA Deutsch in merito a questo richiamo, mons. Bätzing ha accusato l’inviato del Papa in Germania il 28 settembre di impegnarsi in una guerra culturale con termini come "ideologia gender" o "colonizzazione ideologica". Ha poi affermato che "quando la Chiesa si impegna in una guerra culturale, perde sempre".

Mons. Bätzing ha usato il termine tedesco "Kulturkampf" per designare la guerra culturale. Dato il suo contesto storico, questo è un concetto carico di significati. L'alternativa alla guerra culturale, ha aggiunto mons. Bätzing, "non è l'adattamento, né il semplice fatto di essere d'accordo con tutto e andare in direzione di tutto", ma "il principio ecclesiale" del "discernimento degli spiriti".

"Questo è ciò che abbiamo cercato di fare nel quadro del Cammino sinodale", ha detto il vescovo. Per chiarire il suo punto, il vescovo di Limburgo ha aggiunto che "lo spirito dei tempi (Zeitgeist) è lo spirito del mondo. I segni dei tempi sono segni che Dio dona agli uomini attraverso la cultura, attraverso l'evoluzione attuale, perché possiamo comprendere meglio ciò che vuole il Vangelo".

Interrogato da Martin Rothweiler, direttore dei programmi di EWTN Germania, sull'irritazione causata da singoli vescovi che vanno avanti su questioni come la benedizione delle unioni dello stesso sesso, sfidando apertamente il Vaticano, mons. Bätzing ha detto: "Molti più credenti sono arrabbiati per la l'incapacità della Chiesa di muoversi su questo tema".

Diversità senza divisione?

Se mons. Bätzing ha colto l'occasione per riaffermare il suo approccio, è chiaro che non tutti i membri della Chiesa tedesca condividono la sua visione. Così il vescovo di Ratisbona, mons. Rudolf Voderholzer, ha spesso lanciato l'allarme sulle deviazioni dottrinali. Le sue preoccupazioni riflettono quelle di una minoranza di vescovi.

Il vescovo di Augusta, mons. Bertram Meier, che parteciperà al sinodo di Roma, ha presentato giovedì un punto di vista articolato, sottolineando la necessità della "ricchezza di posizioni, opinioni e idee creative diverse". Il presule ha però avvertito che la diversità non deve trasformarsi in divisione. "Spero che la diversità di opinioni non sia fonte di minacce, ma che si scopra la ricchezza di ciò che significa cattolicità", ha rimarcato mons. Meier.

In mezzo a questa cacofonia, mons. Bätzing ha riaffermato la sua posizione dichiarando: "Ci troviamo in una fase della storia della Chiesa cattolica in cui forse non è la sicurezza l’elemento unificante e stabilizzante, ma piuttosto una dinamica in certe direzioni".

Consapevole delle crescenti tensioni e dell’aperta sfiducia su questioni come la benedizione delle unioni dello stesso sesso, l’assemblea di Wiesbaden è servita da preludio a dibattiti più ampi sul governo della Chiesa e su questioni scottanti.

Al sinodo sulla sinodalità il mondo cattolico osserverà come reagirà il Cammino sinodale tedesco all’interno dell’evento cattolico globale. Ma la domanda non è se influenzerà, ma piuttosto come e in che misura.