Il Padrone di Pechino fa pressioni sulla Chiesa

Fonte: FSSPX Attualità

Un anno dopo la firma di un accordo tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese, i cui termini ad oggi non sono ancora chiari, diversi esperti attirano l'attenzione della gerarchia ecclesiastica sulla pressione crescente che il regime di Xi Jingping fa pesare sui fedeli e sul clero cinese.

«Questo accordo si applica senza problemi, anche se la politica religiosa cinese rimane gravosa», ha dichiarato Nicolas Senèze a La Croix il 19 settembre 2019, un anno dopo l'inizio di un nuovo processo di normalizzazione delle relazioni tra la Santa Sede e Pechino.

 

Una conferenza tenuta in Germania il 12 settembre da padre Bernardo Cervellera, caporedattore di AsiaNews, l'agenzia di stampa ufficiale del Pontificio Istituto per le Missioni estere (PIME), sembra ridimensionare la tesi dell' "accordo delicatamente difeso" dal vaticanista francese.

 

Bernardo Cervellera sa di cosa sta parlando: ex professore di storia della civiltà occidentale all'Università di Pechino, il religioso è rinomato per il suo occhio di cattolico esperto sulla Cina. Per lui, l'accordo Cina-Vaticano «non ha cambiato la situazione di controllo e asfissia» che la Chiesa cattolica vive in Cina.

 

Un progresso, ma a quale costo?

Se dobbiamo riconoscere un passo avanti nel protocollo firmato a settembre 2018, risiede nel fatto che «per la prima volta nella storia della Cina moderna, il papa è riconosciuto come il capo della Chiesa cattolica» spiega l'editore di AsiaNews.

 

Tuttavia, il prezzo da pagare è pesante: «dopo l'accordo - continua padre Cervellera - c'è stato un aumento della pressione per la registrazione civile del clero, al fine di trasformare sacerdoti e vescovi in ​​veri funzionari e difensori della politica statale».  Per non parlare della "sinizzazione" della religione e del divieto ai minori di partecipare agli uffici religiosi.

 

Come conseguenza, sentimenti di insoddisfazione e preoccupazione conquistano molti preti e fedeli «che si lamentano di essere stati dimenticati dalla Santa Sede» . A Roma, «in nome dell'accordo e della pazienza che devono essere dimostrati nei riguardi Pechino, le persecuzioni sono spesso passate sotto silenzio, si afferma che tutto va bene e coloro che denunciano le persecuzioni sono accusati di avere un obiettivo nascosto», afferma Bernardo Cervellera.

 

Il cardinale Joseph Zen, vescovo emerito di Hong Kong, personalità visceralmente opposta al regime di Xi Jinping, riassume bene i sentimenti dei Cinesi della Chiesa sotterranea.

 

Per l'alto prelato, «ci sono in Vaticano, influenze che spingono con tutte le loro forze a una simile Ostpolitik, una politica che ha il sostegno dello stesso Papa», ha detto in un'intervista a Die Welt, il 2 ottobre 2019.

 

Errore o tradimento?

Il cardinale Zen ne è profondamente convinto: «L'accordo è stato un errore, ha tradito la Chiesa sotterranea in Cina. L'ultimo passo in questo processo è un documento dello scorso giugno, che chiede ai fedeli di unirsi alla Chiesa ufficiale, che è una Chiesa scismatica. La Santa Sede ha tradito i fedeli che avevano bisogno di aiuto e non ha ricevuto nulla in cambio da Pechino». Non si potrebbe essere più chiari.

Sul versante romano, sembra emergere una - timida - consapevolezza. Il 3 febbraio 2019, durante un'intervista a Vatican News, il cardinale Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, ha ammesso che in Vaticano c'era una certa "perplessità" riguardo all'accordo e al fatto che il governo "obbligasse" ad aderire all'Associazione patriottica - organo del Partito comunista cinese (PCC). Ecco le parole con le quali il cardinale Filoni lo ha dichiarato: «Spero di non dover leggere o ascoltare a riguardo delle situazioni locali in cui l'accordo sarebbe strumentalizzato al fine di costringere le persone a fare ciò a cui la legge cinese non obbliga, come iscriversi all'Associazione patriottica».

Padre Cervellera non si fa illusioni, per lui i «silenzi" della gerarchia cattolica» confortano Pechino nella sua visione: la Chiesa cinese rimane una Chiesa cinese che appartiene solo allo Stato, conclude, lanciando l'avvertimento.