India: i cristiani preoccupati per i loro diritti e la loro fede

Fonte: FSSPX Attualità

In una prospettiva clientelare, il capo dell'esecutivo indiano si batte per l'adozione di un codice civile unico che dovrebbe valere per tutti i cittadini del Paese, indipendentemente dalla loro confessione religiosa. I cattolici restano scettici nei confronti della legislazione che potrebbe prendere di mira il sacramento del matrimonio.

La Costituzione indiana prevede che lo Stato si impegni a sviluppare un Codice civile uniforme (UCC) per i suoi cittadini. Per 75 anni il progetto è stato cautamente accantonato dai governi che si sono succeduti, per evitare di alimentare tensioni religiose, già molto elevate.

Perché il timore delle minoranze religiose – in particolare cristiane, ma anche musulmane – è che un codice unificato rifletta soprattutto le pratiche della religione maggioritaria indù, a scapito delle leggi e dei costumi particolari di altre fedi numericamente inferiori nel Paese.

Narendra Modi non sembra avere la stessa prudenza dei suoi predecessori. Desideroso di candidarsi per il terzo mandato consecutivo alle elezioni generali del 2024, l’attuale uomo forte indiano ha rilanciato l’idea di un codice civile unico.

Ad ogni elezione nazionale, il primo ministro usa il Brahmastra – in sanscrito "arma divina" – per sedurre una base elettorale dalla forte identità indù: rimettere sul tavolo la questione dell’UCC per eliminare le vestigia legali dei colonizzatori portoghesi e soprattutto britannici, sembra costituire una buona tattica politica, anche se potrebbe dare fuoco alle polveri.

Sulla stampa nazionalista si guarda già con ansia ad una riforma che, se fosse completata, permetterebbe di "decolonizzare il diritto di famiglia indiano": "Gli inglesi volevano affermare la superiorità della loro cultura e del loro diritto: le loro riforme portarono all’introduzione della moralità vittoriana. (…) Questa è una reliquia coloniale artificiale", afferma il Times of India.

Sempre da parte indù, si stima che l'adozione di un UCC consentirà di lottare contro la "disuguaglianza di genere" di cui la religione cristiana sarebbe uno dei vettori attraverso il suo rifiuto del divorzio, rifiuto che "ridurrebbe" la donna al rango di semplice "proprietà del marito".

Da parte cattolica si resta per il momento discreti: "È troppo presto per fare commenti perché non abbiamo nemmeno ricevuto un testo preciso riguardo alla bozza di codice. Abbiamo riunito un comitato di esperti che scriverà il loro rapporto e sulla base di esso prenderemo una posizione chiara", afferma p. Jacob Palackappilly, portavoce della Conferenza episcopale del Kerala (KCBC).

Ma la preoccupazione c'è: "Sebbene la Chiesa, in linea di principio, comprenda e apprezzi i tentativi del governo di unificare il proprio corpus giuridico, ritiene che tutte le parti interessate debbano essere consultate per alleviare le paure delle minoranze. Il timore è che l'UCC rifletta un approccio maggioritario", spiega p. Nigel Barrett, portavoce della diocesi di Mumbai.

La questione di un possibile nuovo status del matrimonio solleva interrogativi tra i sacerdoti: "La Chiesa, pur sforzandosi di seguire il codice civile, non può modificare l'essenza del sacramento del matrimonio, soprattutto negli ambiti dell'indissolubilità e dell'unità".  In questo contesto, "il divorzio civile non può portare automaticamente all'annullamento o allo scioglimento del matrimonio nella Chiesa a causa della sua natura sacramentale", insiste il sacerdote. Ma questa è la posta in gioco.

Per Sabrina David l’UCC rischia di minare l’unità del Paese: "L’India è un crogiolo di culture e tradizioni, e il codice civile unico rischia di distruggere questa unità nella diversità". Per la giurista un codice unificato "interferirebbe con le leggi della Chiesa dove il matrimonio è considerato un sacramento e non un semplice contratto naturale".

Ma se i cristiani non sono da temere, forse non sarà lo stesso per i musulmani che saranno costretti ad abbandonare alcune disposizioni della sharia – ad esempio relative all'età legale per il matrimonio – in caso di adozione del codice unico. La reazione potrebbe essere violenta.

Scegliendo di sollevare nuovamente la questione dell'UCC, il capo del governo indiano cammina sulle uova: a rischio di irritare Brahma – divinità al centro della religione indiana – che la leggenda fa nascere da un uovo d'oro. Di che pensarci due volte prima di decidere dove mettere piede...