La Chiesa approfondisce la riflessione sull’IA nel 2024

Fonte: FSSPX Attualità

Tra avvertimenti episcopali e sessioni di sensibilizzazione organizzate dalla Santa Sede, la vigilanza riguardo all’intelligenza artificiale (IA) e ai rischi che comporta è una delle preoccupazioni della Chiesa per l’anno 2024.

I desideri dell'arcivescovo delle Fiji erano alquanto inaspettati. Il presule ha invitato il suo gregge a prendere coscienza delle sfide poste dall'intelligenza artificiale. "Se continuiamo a essere utilizzatori passivi dell’intelligenza artificiale, rischiamo di perdere questa creatività che Dio ha inscritto in noi, e questo sarebbe un grande danno per l’umanità", avverte Mons. Peter Loy Chong, che concretamente consiglia alle famiglie di "stabilire regole in casa" all’alba del 2024.

Una richiesta che rilancia l'appello della Santa Sede nel dicembre 2023, a favore di un trattato internazionale che garantisca lo sviluppo e l'utilizzo etico dell'algoritmo. Un appello urgente quando si ricordano gli ultimi sconvolgimenti che hanno scosso il mondo molto chiuso dell'IA.

Uno dei suoi principali attori, Sam Altman – l'ideatore di ChatGPT, lanciata nel 2023 – è stato confermato al suo posto dopo un braccio di ferro che lo ha contrapposto a chi, tra i suoi soci, voleva regolamentare l'algoritmo secondo criteri etici. Ma è stata la redditività a prevalere...

Sulla questione IA la Chiesa intende dare voce agli organismi internazionali, in particolare grazie alla competenza di padre Paolo Benanti, membro francescano della Commissione per l’IA delle Nazioni Unite. Il religioso è professore di bioetica ed etica tecnologica.

I criteri per un’IA etica

In un'intervista pubblicata il 3 gennaio 2024 da Vatican Insider – uno dei canali di informazione non ufficiali del Vaticano – Paolo Benanti discute un certo numero di criteri che dovrebbero essere inclusi in un "algoritmo etico". Secondo lui, l’intelligenza artificiale deve dare all’uomo la possibilità di definire le sue priorità e non lasciarsi dettare da ciò che resta una macchina: "il progetto umano deve venire prima e non viceversa", spiega il francescano.

Ciò implica una vigilanza vigile: "di fronte a una macchina instancabile dalle risorse inesauribili, con una velocità straordinaria, dobbiamo avere una vigilanza del tutto particolare", stima il teologo che si rallegra che la Chiesa abbia affrontato il problema di petto.

A differenza dell'essere umano che si struttura fin dai primi anni di esistenza in base alle sue interazioni con l'ambiente circostante, l'algoritmo non è aperto a progressi di questo tipo, perché è stato plasmato ex novo; anche al fine di evitare il pericolo di questo universo chiuso, dovremmo "imprimere tre valori principali nell’IA", sottolinea padre Benanti.

"ChatGPT dà sempre una risposta in modalità certa. Attualmente, se ci fosse una “saggezza” dalla cui acquisizione l’uomo trarrebbe vantaggio, non è tanto quella di poter rispondere in ogni momento e a qualunque cosa, ma quella di chiedersi se la sua risposta è, sì o no, valida, certa. Se potessimo dare alla macchina la capacità di mettere in discussione le sue risposte, avremmo fatto un passo avanti verso un maggiore “rispetto” per la natura umana", ritiene il francescano.

Il secondo valore che l'esperto della Santa Sede vorrebbe vedere inserito in un modo o nell'altro nell'algoritmo è quello della benevolenza: "vale a dire il fatto di non essere determinato esclusivamente da un tipo di eventi – negativi – registrati in una “storia”".

Infine, "la dimensione dell’equità è cruciale" e se non integriamo questi dati nell’intelligenza artificiale, quest’ultima "alimenterà la visione di un mondo frammentato in classi sociali" o comunità.

Difficile immaginare che il mercato dell’IA presti attenzione ai moniti della Chiesa, visti gli interessi economici e strategici in gioco. "In pratica – conclude padre Benanti – il rischio per l’uomo nel futuro è quello di rivolgere gli occhi verso il Cloud dove è immagazzinata l'intelligenza artificiale, piuttosto che verso il Cielo, e rendere l'algoritmo la divinità del domani".