Sant'Agnese, Vergine e Martire

Fonte: FSSPX Attualità

Martyre de sainte Agnès

Fu ad una ragazzina di tredici anni che l'Emmanuele ha dato a questo coraggio virile del martirio, che la fece camminare nell'arena con passo fermo, come i più valorosi martiri.

Mirabile frutto della verginità della madre sua, che ha tenuto in onore la fecondità dell'anima, molto al disopra di quella dei corpi. Essa ha aperto una nuova via attraverso la quale le anime elette avanzano rapidamente fino al divino Sole, di cui il loro sguardo purificato contempla, senza nubi, i raggi, poiché egli ha detto: "Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio" (Mt 5,8).

Gloria immortale della Chiesa cattolica, la sola che possieda nel suo seno il dono della verginità, principio di tutte le dedizioni, poiché procede unicamente dall'amore! Sublime onore per Roma cristiana aver prodotto Agnese, questo angelo della terra, davanti a cui impallidiscono le antiche Vestali la cui verginità ricolma di favori e di ricchezze non fu mai provata dal ferro e dal fuoco!

Quale fama può paragonarsi a quella di questa fanciulla, il cui nome sarà letto sino alla fine del mondo nel Canone della Messa? L'orma dei suoi innocenti passi, dopo tanti secoli, è ancora impressa nella città santa. Qui, sull'antico Circo Agonale, sorge un tempio che dà accesso a quelle volte già contaminate dalla prostituzione ed ora fragranti del profumo di sant'Agnese. Più lontano, sulla via Nomentana, fuori delle mura di Roma, una magnifica basilica, costruita da Costantino, custodisce, sotto un altare rivestito di pietre preziose, il casto corpo della vergine. Sotto terra, attorno alla basilica, hanno inizio e si estendono vaste cripte, al centro delle quali Agnese riposò fino al giorno della pace e dove dormirono, come sua guardia d'onore, migliaia di Martiri.

Né dobbiamo passare sotto silenzio il grazioso omaggio che rende ogni anno la santa Chiesa di Roma alla giovane Vergine, nel giorno della sua festa. Vengono posti sull'altare della basilica Nomentana due agnelli, che ricordano insieme la mansuetudine del divino Agnello e la dolcezza di Agnese. Dopo essere stati benedetti dall'Abate dei Canonici regolari che prestano servizio in quella chiesa, vengono portati in un monastero di religiose che li allevano con cura e la loro lana serve per tessere il Pallium che il Sommo Pontefice deve mandare, come segno della loro giurisdizione a tutti i Patriarchi e Metropoliti del mondo cattolico. Così, il semplice ornamento di lana che quei Prelati porteranno sulle spalle come simbolo della pecora del buon Pastore, e che il Papa prende sulla tomba stessa di san Pietro per inviarlo ad essi, recherà fino agli estremi confini della Chiesa il duplice sentimento della forza del Principe degli Apostoli e della dolcezza virginea di Agnese.

Dom Prosper Guéranger