Si invita al culto di Xi Jinping e Mao in diverse chiese della Cina

Fonte: FSSPX Attualità

La chiesa di Ji'an nella provincia del Jiangxi, in Cina, è un esempio del dominio comunista sui cattolici cinesi. Di recente costruzione, grazie alle donazioni dei fedeli, l'edificio è stato profanato per diventare un luogo ora dedicato al culto dei Signori di Pechino.

Il quotidiano Bitter Winter, nell'edizione del 29 novembre 2019 dall'agenzia Gaudium Press, ha rivelato i fatti accaduti a Ji'an, all'inizio dell'autunno: "fine settembre 2019, i funzionari locali hanno ordinato alla parrocchia rimuovere il nome della chiesa sul pannello di ingresso e di dipingere lo slogan 'Seguite il partito, obbeditegli, ringraziatelo' ".

Ma le autorità locali non si sono limitate ad intervenire all'esterno del luogo di culto. "Ciò che ha maggiormente ferito le congregazioni - riferisce Bitter Winter - è la rimozione del dipinto della Vergine Maria con Gesù Bambino in braccio, che è stato poi gettato in un angolo buio della chiesa. Al suo posto, ora c'è un ritratto del presidente Xi Jinping affiancato da slogan di propaganda". Alla fine sono state sequestrate le chiavi dell'edificio, per scoraggiare i fedeli che ancora pregavano nella chiesa e che avevano costruito al prezzo di molti sacrifici.

Un caso simile è stato riportato, sempre nel settembre 2019, in un luogo di incontro utilizzato dai cattolici sotterranei nella zona di Poyang, nella stessa provincia. Le autorità locali hanno proceduto alla rimozione di una croce, di un'immagine della Beata Vergine e di striscioni religiosi; installandovi invece ritratti del presidente di Pechino e di Mao Zedong.

Per i devoti del Jiangxi privati ​​della loro chiesa e vittime di persecuzioni nascoste e silenziose, la situazione è chiara: "È meglio adorare Dio a casa piuttosto che unirsi a una comunità di fedeli sotto il controllo delle autorità".

Inoltre, lo Stato ora interviene direttamente nelle case private: l'amministrazione cinese si reca nelle case per rimuovere la croce e le immagini dei santi, ordinando di sostituirli con l'unica divinità autorizzata in Cina, il presidente Xi Jinping. In caso di resistenza o rifiuto, il braccio secolare minaccia il recalcitrante di rimuovere la propria indennità per le famiglie povere o le pensioni, con una retorica ben oliata: "Dato che ricevi il sostegno di Xi Jinping, devi appendere il suo ritratto. È il numero uno in Cina".

L'accordo raggiunto tra Cina e Santa Sede nel settembre 2018 appare sempre più come un patto: se tutti i vescovi sono ora sollevati dalla loro censura e sottoposti in teoria all'autorità del Santo Padre, il "sinificazione" del cristianesimo sta accelerando drammaticamente e la persecuzione sta assumendo una nuova dimensione.