Trump “bis”? L'ascesa di Vivek Ramaswamy

Fonte: FSSPX Attualità

Vivek Ramaswamy

Nuova musa ispiratrice del Grand Old Party (GOP), Vivek Ramaswamy seduce i media conservatori americani, al punto che alcuni prevedono per lui un'ascesa fulminea nel caso in cui all'ex presidente Donald Trump venga impedito di candidarsi per un secondo mandato nel novembre 2024. Ma il giovane politico, pur essendosi formato nell'educazione cattolica, è di fede induista, cosa che gli aliena una parte della destra religiosa d'oltreatlantico.

Vivek Ramaswamy coltiva l’immagine di un "Trump 2.0". Milionario 38enne che ha fatto fortuna nella biotecnologia con la sua società Roivant, oratore nato, questo figlio di immigrati dall'India è descritto come un "candidato molto promettente" da Elon Musk, il capo di Tesla e di X, che si è posto in a suo favore.

Il candidato repubblicano segue un percorso che lo colloca molto a destra nello spettro politico: "Siamo nel mezzo di una crisi d'identità", dice il trentottenne, che accusa le élite del Paese di diffondere un "cancro culturale", soprattutto sulle tematiche LGBT+.

Quanto alla cultura woke, Vivek Ramaswamy si è fatto conoscere dai conservatori americani nel 2021, anno in cui è uscito nelle librerie il suo libro Woke, Inc., diretto contro un'ideologia che definisce come "l'ossessione per le razze, il genere e l'orientamento sessuale" nella società civile.

"In ogni primaria ci sono oggetti scintillanti che attirano l’attenzione. Quest’anno tocca a Vivek", afferma Charlie Gerow, amministratore delegato della società di comunicazioni politiche Quantum Communications.

Un "oggetto scintillante" che sconvolgerebbe più di una persona da questa parte dell’Atlantico. Vorrebbe aumentare il diritto di voto a 25 anni per i giovani che rifiutano di fare il "test di cittadinanza" o di prestare servizio militare – cosa che gli permetterebbe di minare la base elettorale del Partito Democratico.

Ramaswamy è anche climatoscettico e qualifica il governo federale come "peso morto": non esita a definire "cancro" la famosa "affirmative action", promossa dai democratici.

Anche nel campo della politica estera in Ucraina l’imprenditore non è politicamente corretto: si oppone a qualsiasi allargamento della NATO all’Ucraina, propone di cedere parte del Donbas alla Russia, prevede di ridurre gli aiuti militari a Israele e si impegna a difendere Taiwan da qualsiasi intervento cinese… Ma solo fino al 2028!

Con sorpresa di tutti, questo politico alle prime armi, che ha scelto di schierarsi a sostegno di Donald Trump, di cui spera di radunare l'elettorato in caso di batosta per l'ex presidente, occupa nei sondaggi il terzo posto a destra, subito dietro Ron DeSantis che teme di vedere questo inaspettato concorrente superarlo nelle prossime settimane.

L'unico ostacolo per Vivek Ramaswamy, e non ultimo: la sua religione indù, che non ha problemi a professare, e che costituisce un "grande ostacolo" quando si tratta di convincere la destra evangelica, come ha spiegato l'esperto politico Tim Dickinson.

Consapevole di quello che potrebbe sembrare un handicap, il candidato repubblicano alle primarie si è recentemente appellato alla destra cristiana, dichiarando: "La vera divisione nel nostro Paese non è tra persone di fede indù, di fede cristiana ed ebraica. È tra le persone che credono in un solo vero Dio e coloro che lo hanno sostituito con nuove religioni secolari". 

Le prossime settimane diranno chi voteranno i cattolici e i protestanti americani, e se Vivek Ramaswamy sarà l'astro nascente della politica americana. O semplicemente un'altra stella cadente.